“Perché non mangiare insetti?” è questo il titolo del lavoro pubblicato nel 1885 da V.M. Holt, noto entomologo britannico, in cui spiegava la sua teoria sull’entomofagia, affermando: “Ci sono insetti e insetti. I miei insetti sono tutti vegetariani, puliti, sani e saporiti come cibo e decisamente più attenti di noi a quello che mangiano. Mentre sono sicurissimo che essi non si abbasserebbero mai a mangiare noi, sono altrettanto sicuro che, un giorno, dopo aver scoperto quanto sono buoni, noi saremo ben felici di cucinare e mangiare loro!”.
Da allora molti altri articoli sono stati pubblicati per documentare e promuovere ulteriormente il valore degli insetti come cibo, fino ad arrivare alla fine di Ottobre 2015, allla prima degustazione autorizzata e ristretta di insetti in Italia presso il Coop Forum Center del Future Food District di Expo Milano 2015 : “Ho preparato una bruschetta con ricotta vaccina e olio extravergine, bacche di gelso e grilli essiccati”- ha spiegato lo chef Marco Ambrosino, aggiungendo “la particolarità è l’estrema croccantezza del grillo, la buona salinità e una leggera nota tostata”. Non è mancato il lato dolce, con un doblone di cioccolato con una noce e un grillo.
Quella di EXPO 2015 è stata sicuramente un’occasione per riflettere sulla possibilità che gli insetti diventino un alimento comune e prelibato anche in Occidente, così come lo sono negli altri paesi del mondo, occasione che, potrebbe diventare una realtà con l’approvazione da parte dell’Europarlamento delle nuove regole per semplificare le procedure di autorizzazione dei “Nuovi Alimenti”, introducendo così insetti, alghe, nanomateriali e nuovi coloranti tra i «Novel food».
Adesso non resta che attendere il parere dell’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, e, se il parere sarà positivo, gli insetti potranno ufficialmente finire sulle tavole degli europei. La valutazione sarà ovviamente fatta caso per caso tenendo in considerazione molti aspetti relativi alla sicurezza alimentare ed ambientale. Si prenderanno in considerazione ad esempio le condizioni ed i substrati di allevamento, di trasporto e di trasformazione etc…
Ciò che oggi è alla base delle recenti iniziative per promuovere l’uso degli insetti come cibo è il loro valore nutritivo, sempre più studi dimostrano la presenza di un elevato contenuto proteico, alta quantità di acidi grassi (paragonabile a quella fornita dal pesce), sono ricchi in fibre e micronutrienti quali rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio e zinco.
Gli insetti possono essere consumati interi oppure ridotti in polveri. Una infatti delle idee che sta prendendo maggiormente piede è quella di impiegarli come additivi alimentari di mangimi ed integratori. Gli vivono ovunque e si riproducono velocemente, presentano un alto tasso di crescita e di conversione alimentare, un basso impatto ambientale, si è visto che allevare insetti rilascia nell’ambiente una quantità di anidride carbonica minore rispetto agli allevamenti di polli, bovini e suini, inoltre l’allevamento richiede molto meno spazio, gli insetti possono essere addirittura allevati su scarti alimentari.
Stime della FAO annunciano che nel 2050 dovranno essere nutrite più di 9 miliardi di persone, questa continua crescita della popolazione, non fa altro che aumentare sempre più la domanda globale di cibo, ed in particolare di fonti di proteine animali, pertanto gli insetti potrebbero essere una risposta nutriente ed ecosostenibile a questa crescente domanda di cibo.
Non dimentichiamo che gli insetti hanno da sempre fatto parte dell’alimentazione umana, il loro consumo è profondamente radicato nella storia evolutiva umana, l’analisi isotopica delle ossa e dello smalto dentale degli australopitechi, indica infatti una dieta in gran parte composta da insetti.
Ad oggi, gli insetti integrano la dieta di circa 2 miliardi di persone in diversi paesi di Asia, Africa ed America Latina; nel mondo se ne consumano più di 1900 specie, e questo numero è in continua crescita.
Gli insetti più comunemente usati come cibo appartengono ai Coleotteri (31%), Lepidotteri (bruchi, 18%), api, vespe e formiche (Imenotteri, 14%). Questi sono seguiti dalle cavallette, locuste e grilli (Ortotteri, 13%), da cicale, cicaline, cocciniglie e cimici (Emitteri, 10%), termiti (Isotteri, 3%), libellule (Odonati, 3%), mosche (Ditteri 2%) e altri ordini (5%).
Nonostante ciò, la maggior parte degli occidentali, probabilmente a causa di tabù culturali, continua a provare un certo disgusto al solo pensiero di ritrovarsi un insetto nel piatto, per noi gli insetti non sono altro che agenti infestanti gli spazi domestici, semplici competitori per le risorse agricole, veicoli di malattie spesso gravi.
Tuttavia, in seguito a questo nuovo regolamento saremo presto costretti a rivedere questa nostra posizione, magari scopriremo che locuste e cavallette sono molto più appetitose di aragoste e gamberoni, e, in questo caso, l’affermazione fatta da Holt circa 130 anni fa sarà oggi più che mai attuale!
Vi terremo aggiornati sui nuovi sviluppi e su quali specie potenzialmente potrebbero giungere a noi!
* Autori: Francesca Forte e Barbara Manachini
Dipartimento Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche “STEBICEF” – Università degli Studi di Palermo (Italy). Barbara Manachini è anche membro del CTS dell’Università della Cucina Mediterranea ed esperta EFSA.
(Riproduzione consentita citando la fonte: F.Forte, B. Manchini, Università della Cucina Mediterranea).