Blue Gold – Oro azzurro (autrice: dott.ssa Valentina Spennato, studentessa laurea specialistica in “Biologia della produzioni marine”, Università degli Studi di Napoli – Federico II).
Quando parliamo di “Pesce Azzurro” non ci riferiamo ad un particolare gruppo filogenetico scientificamente riconosciuto ma a pesci che hanno per lo più caratteristiche simili, come la colorazione blu-verde dorsale e argentea ventrale, e la piccola pezzatura.
Vengono inclusi in questa definizione, oltre alle più comuni Alici (Engraulis encrasicolus), Sardine (Sardina plichardus), e Sgombri (Scomber scombrus), anche le Aringhe (Clupea harengus), l’Aguglia (Belone belone), il Tonno Alalunga (Thunnus alalunga), il Tonno Alletterato (Euthynnus alletteratus), la Lampuga (Coryphaena hippurus), la Palamita (Sarda sarda) e il Pesce Spada (Xiphias gladius).
Tra questi ci sono specie a lungo ciclo vitale e grandi dimensioni (Pesce spada, Tonno…) che accumulano metalli pesanti (mercurio, piombo ecc.) che producono effetti tossici sull’uomo e dei quali è pertanto consigliato un moderato consumo (e assolutamente vietato in gravidanza!), e specie a ciclo vitale breve e di piccole dimensioni (alici, sgombri, sardine…), che invece non accumulano tali metalli e possono essere tranquillamente consumati.
Le proprietà nutritive del pesce azzurro sono ormai note a tutti, grazie alla diffusione delle notizie scientifiche, e sono talmente eccezionali da essere soprannominato “Blue Gold”, Oro Blu.
Infatti, oltre a possedere proteine di elevato valore biologico, elevate quantità di amminoacidi essenziali, minerali (in particolar modo iodio, selenio, calcio, ferro e zinco) e vitamine A, B3, B12, E e D, hanno un elevatissimo contenuto di acidi grassi poliinsaturi Omega-3 (i famosi grassi buoni!).
Consideriamo solo che per 100 grammi lo Sgombro contiene 1400 milligrammi di Omega-3, il Tonno ne contiene 1200 e le aringhe 900, contro gli 820 milligrammi del merluzzo, i 200 del tuorlo d’uovo e i 30 del pollo.
La definizione di “Blue Gold” è quindi davvero perfetta, dal momento che il consumo di Omega-3 proveniente da pesce azzurro (i nutrizionisti indicano almeno due porzioni la settimana, corrispondenti a circa 400 grammi), protegge da malattie cardiovascolari, ictus, arteriosclerosi, dislipidemie, ipertensione e declino cognitivo, ed ha effetti positivi in gravidanza, nello sviluppo fetale, e sull’apparato visivo.
In più, il consumo di pesce azzurro di piccole dimensioni non ci fa incorrere nel rischio di assumere sostanze indesiderate come i metalli pesanti, al contrario dei grandi pelagici…e scusate se è poco!
La nota stonata in questo “mare” di benefiche proprietà, è il fatto che la pesca incontrollata, in Italia, avrebbe portato ad un drastico decremento degli stock di pesce azzurro, in particolar modo di alici e sardine. Infatti, stando ai rapporti della nota organizzazione ambientalista Greenpeace “Blue gold in Italy” (settembre 2012) ed il briefing “Futuro a rischio per il pesce azzurro nel canale di Sicilia” (aprile 2013), gli stock di alici e sardine in Veneto e in Sicilia sono ormai praticamente al collasso. In più, il fermo pesca conclusosi a settembre 2013 pare non aver sortito alcun effetto positivo.
Sebbene durante i periodi di fermo pesca i banchi di pescherie e supermercati propongano spesso pescato di scarsa qualità, o comunque non italiano, è necessario uno sforzo collettivo al fine di proteggere questa risorsa che potremmo definire, con ogni ragione, un vero e proprio Tesoro Blu.