Articolo redatto per UCMed dalla dott.ssa Antonella Caravelli, phD, biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’Alimentazione. Per approfondimenti: info@ucmed.it; acaravelli@libero.it
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I cibi che introduciamo con la dieta contribuiscono ad influenzare il microambiente nel quale le cellule vivono, determinando profondi cambiamenti sull’equilibrio fisiologico cellulare e di conseguenza sul nostro stato di salute.
Quando l’ambiente cellulare non è in equilibrio, i meccanismi di difesa e di depurazione dell’organismo si sovraccaricano. L’eccessivo consumo di alimenti acidificanti, ma anche lo stress, il fumo, l’alcool, la mancanza di esercizio fisico, costringono cellule e sistemi ad un lavoro più intenso per drenare l’eccesso di tossine. Tutto ciò può portare ad un’alterazione dell’equilibrio acido – base, creando un ambiente eccessivamente acido, terreno fertile di processi infiammatori che a lungo andare cronicizzano, determinando l’insorgenza di molte patologie, da quelle croniche fino al cancro. Per neutralizzare l’eccesso di acidità, il corpo mobilita gran parte della sua riserva alcalina eliminando quantità importanti di oligoelementi e minerali basici come calcio, potassio, magnesio, etc.
Possiamo modificare questi parametri e riportare l’equilibrio acido-base? Si… Scegliendo gli alimenti giusti!
Già Ippocrate, oltre duemila anni fa (400 a.C.), rivendicava il ruolo fondamentale della dieta nel mantenimento di uno stato di buona salute: “ lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo”; un’intuizione che ammetteva l’esistenza di un legame profondo tra ciò che si mangia e lo stato di salute o lo svilupparsi di alcune malattie.
Quali alimenti preferire, dunque? Quelli che hanno un buon contenuto di minerali alcalini, come sodio, potassio, calcio e magnesio, in grado di neutralizzare l’acidità e di riequilibrare il ph. In linea generale per la diversificazione tra cibi alcalinizzanti e acidi, basta seguire la regola secondo la quale gli alimenti di origine vegetale sono alcalinizzanti, mentre quelli di origine animale sono tendenzialmente acidi. Via libera, dunque a tutte le verdure fresche,crude, o cotte, (carote, spinaci, cavolfiori, sedano, lattuga, ravanelli etc) alle patate, alla frutta matura di stagione, alla frutta secca con mandorle e noci in primis, ai legumi, ai cereali integrali, al miglio, alla quinoa, ai semi come quelli di zucca, di sesamo, di girasole, a tutti i germogli, ma anche al pesce ricco di omega 3 come alici, sardine, aringhe, salmone, tonno, pesce spada, sgombro, dentice, frutti di mare (ostriche e cozze). Sono alcaline le spezie: rosmarino, peperoncino, curry, salvia, zenzero, cumino, finocchio, curcuma, le erbe aromatiche, aglio e cipolla.
Uno degli alimenti a maggior potere alcalinizzante è il limone, a prima vista acido. In realtà gli acidi del frutto, una volta introdotto nell’organismo vengono trasformati in sostanze alcaline utili. Un buon suggerimento potrebbe essere quello di cominciare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida con l’aggiunta del succo di mezzo limone.
Al contrario, sono ritenuti acidificanti gli alimenti raffinati, quei cibi contenenti zucchero e lievito, cotti o fortemente trattati. La maggioranza delle carni e dei latticini sono considerate acidificanti. Sono alimenti acidi lo zucchero raffinato, il miele. E’ importante sottolineare che nella dieta alcalina o alcalinizzante non è necessario eliminare gli alimenti acidi dalla propria alimentazione, sarà sufficiente equilibrare l’assunzione di alimenti acidificanti con quelli basificanti.
Dunque ridurre il consumo di formaggi, le carni, anche manzo e pollo, cibi conservati, bevande zuccherate, gassate o alcoliche, crostacei, funghi, dolci, tutti quei prodotti di uso quotidiano che sono alla base dell’alimentazione di molte persone. Al fine di limitarne l’impatto, è importante inserirle nello stesso pasto con cibi alcalinizzanti, facendo attenzione alle quantità.
Aumentare l’assunzione di verdura e limitare invece i prodotti raffinati (farine, cereali, oli, zuccheri), le conserve, i prodotti salati, il tè nero, il caffé, il cacao, oltre che il tabacco e l’alcool.
Ridurre i derivati da latte vaccino (panna, burro, budini, formaggi), sostituendoli possibilmente, con moderazione, con derivati da latte di capra o di pecora. Preferire lo zucchero integrale di canna al posto di quello raffinato, usare olio extravergine d’oliva di prima spremitura a freddo e scegliere le acque minerali alcaline e ricche di bicarbonati E per la cottura, usare esclusivamente olio di oliva, più stabile al calore.
Infine mi preme sottolineare che le abitudini proposte da questo stile alimentare, che privilegia la straordinaria miniera di antiossidanti contenuti nei vegetali freschi da un lato, ed un ridotto apporto di grassi saturi, zuccheri, cibi raffinati ed alcolici dall’altro, è in linea con la dieta mediterranea, in gran parte condivisibile con le linee guida internazionali della nuova piramide alimentare. Dunque non è necessario abbracciare uno stile alimentare in modo “integralista” , ma adattarlo con spirito critico a quello che la nostra cultura suggerisce e alla quale siamo già abituati.