Sai che pesci prendere a Natale? Poche regole per una spesa sicura.

[cml_media_alt id='1760']Tranci di salmone e pesce spada in un mercato di Napoli[/cml_media_alt]
Tranci di salmone e pesce spada in un mercato di Napoli.
Sai che pesci prendere a Natale?
Poche regole per una spesa sicura
.
(di Valentina Spennato, biologa marina, specializzata in produzioni marine, esperta UCMed).

Mancano davvero pochissime ore prima che le nostre tavole si riempiano di profumi e colori tipici della tradizione natalizia: protagonisti assoluti, come sempre, i prodotti ittici.

In questi giorni di confusione, traffico, folla e spese pazze in mercati e supermercati, vale quindi la pena ricordare alcune semplici, quanto fondamentali, “regole” per un consumo consapevole dei prodotti ittici, mantenendo così sempre lo sguardo attento alla nostra salute, a quella del nostro portafogli e all’ambiente, evitando di incappare in brutte sorprese.

Tanto per cominciare, come accorgerci che il prodotto che stiamo per acquistare sia realmente fresco e non decongelato? Per essere certi che stiamo facendo un buon acquisto, il pesce fresco deve rispondere alle seguenti qualità:

  • Odore di mare, tenue e mai sgradevole;
  • Occhio brillante, trasparente, turgido e convesso;
  • Carni compatte ed elastiche, corpo rigido;
  • Branchie chiuse, con lamelle color rosso vivo, brillante;
  • Scaglie lucenti e ben aderenti al corpo;
  • Pelle ben tesa, umida, lucida e ricoperta di muco;
  • Ano

Naturalmente ciò non significa che un prodotto surgelato sia di scarsa qualità, anzi! Il processo di surgelamento, che avviene direttamente a bordo dei pescherecci non appena il pesce è pescato, portandolo immediatamente a bassissime temperature –  inferiori ai -18 °C–  garantisce che le strutture cellulari del pesce non cristallizzino e  ne siano preservate praticamente inalterate le proprietà organolettiche e nutrizionali.

Ovviamente, che sia fresco o surgelato, un pesce di buona qualità deve obbligatoriamente essere accompagnato da una dettagliata etichetta, ovvero la sua carta di identità, su cui sono riportate:

  • Denominazione commerciale (nome comune);
  • Denominazione scientifica (nome latino)
  • Stato fisico (fresco, congelato, decongelato, ecc.)
  • Zona di cattura (numero di Zona FAO e nome del mare in cui il pesce è stato pescato o allevato);
  • Metodo di produzione (pescato o allevato, in mare o acqua dolce);
  • Metodo di cattura (ricorda: la pesca a strascico è di quanto più distruttivo ci sia per i fondali marini);
  • Data di confezionamento e di scadenza.

Tutto ciò vale anche e soprattutto per i molluschi bivalvi (vongole, mitili, ostriche, ecc.), che devono essere rigorosamente venduti nelle apposite retine di plastica (in cui vengono confezionati dai centri di stabulazione prima di metterli in commercio), e assolutamente fuori dall’acqua, potenziale vettore di microorganismi patogeni.

Facciamo poi particolare attenzione ad alcune specie tipiche delle festività natalizie:

  • SALMONE: gli allevamenti intensivi di salmone sono estremamente inquinanti, a causa dell’eccessivo carico organico che non viene smaltito;
  • GAMBERI TROPICALI: per allevare i gamberi tropicali vengono distrutte grandi aree di foreste di mangrovie, che tra le varie conseguenze, ha non solo una drammatica perdita di biodiversità, ma rende l’ambiente sterile con gravi implicazioni per la pesca artigianale e quindi per l’economia delle popolazioni locali.
  • DATTERI DI MARE: per pescare i datteri di mare, che vivono all’interno delle rocce, vengono distrutti ampi tratti di costa. La loro vendita è assolutamente illegale.
  • ANGUILLA E MERLUZZO ATLANTICO: gli stock di queste specie sono oramai al collasso a causa di un eccessivo sforzo di pesca.

Preferire, come sempre, pesci di stagione e dei nostri mari, come alici, aguglia, calamaro, cefalo, mormora, pagello, palamito, orata, pesce bandiera, sarago, sgombro, totano, che sono altrettanto gustosi e molto più salutari!

Buona spesa e auguri di buone feste da tutti noi!

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